E' sabato e sono a pezzi.
Una fame da lupi - le 14.46 e ho mangiato quello che credevo mi sarebbe dovuto piacere, ovvero qualcosa di diverso dal solito. Risultato? non vedo l'ora di lavare i denti. Ma c'è un altro dente che devo sistemare prima. Mi preme di più in questo momento.
Ieri è stata una giornata interessnte: ho cambiato mille maschere e sono riuscita a restare me. Cerchiamo di essere meno criptici: in questo momento ho due lavori - uno, che per sua natura, è fatto di relazione, analisi, capacità di essere nel "hic et nunc", versatilità spazio temporale e, per fortuna, creatività; l'altro, un brutale ed enttusistico front office di manovalanza.
Ieri ho vissuto la pregevole alienazione professionale di dover essere 3 ruoli diversi nello stesso giorno...ed ero sempre io. Consulente, tutore in un'università e cassiera.
Chiunque di voi legge questo post e vive un'esperienza simile..per favore, confrontiamoci, ho bisogno di mettere in relazione questa esperienza.
Ed è questo il punto: io ho una fame atavica di relazione e di esperienza. Ho energie da vendere, nonostante abusate e logorate. Non mi fermo mai. Anche di fronte ad inequivocabili avvertimenti. E' precoce, dicevano i miei genitori falsamente preoccupati quando a 4 anni leggevo e scrivevo - come se non avesse voluto qualcuno che imparassi il prima possibile.
E' più matura della sua età, gongolavano i professori al liceo quando, nei confusi periodi dell'occupazione non partecipavop con i miei compagni alle partitte di calcetto ma mi rintanavo in biblioteca a leggere e rileggere Chateubriand, Hugo, Foscolo, Hesse.
E' estremamente inconsapevole - dunque un pericolo per se stessa - rimproverava la correlatrice della mia tesi di laurea, implorando me e addirittura i miei, di fare qualcosa per tirarmi fuori dai libri e vivere nella realtà di questo mondo.
La verità è che di questo mondo io ho sempre fatto parte. Solo, l'ho sempre osservato ad un pelo dalla superficie, sotto l'acqua, come guardando in un caleidoscopio che avesse il dovere di incantarmi ogni volta, spaventarmi ogni volta con le sue sorprendenti combinazioni di imprevedibili variabili.
Dopodomani compio 30 anni. E sento tutto il potere. Di essere indipendente economicamente da un bel pò. Di essere libera di decidere della mia vita. Di essere me cha ha davanti una serie infinità di opportunità. Pregi e difetti.
Tra un'oretta andrò a chiarirmi le idee confrontandomi con la persona che mi disorienta. Nessuna certezza, dice bene il mio amico della bassa reggiana, solo opportunità.
Non sto andando a giocare la mia solita partita a scacchi. Sto andando a portare della frutta fresca e del te, sto andando a dire: "Di te mi interessa"
In ultima analisi, sto andando a rischiare.
Questo è il più bel regalo che possa farmi. Non si tratta di paura o di sentisrsi inferiori. Il mio percorso - ahimè- mi ha portato nel tempo dal sentirmi seriamente una nullità rispetto al resto del mondo al riconoscere il mio valore che in quanto mio è unico e prezioso. Le piccole bilance dentro di me stanno andando in pari dopo oscillazioni, testardi e ingenui tentativi di trovare la vai di mezzo.
Ho energia da vendere e questo è un mio gran difetto. Sono come i bambini: mi entusiasmo e mi appassiono per le piccole cose. E a furia di farmi male è stata la paura di farmene ancora che mi ha messo un freno, non la consapevolezza di sapere quando appassionarmi, o almeno, di poter contare sulle mie difese.
Daphnae è sempre stata per gli altri: tu devi essere questo per me, tu devi fare questo per me. L'alternativa era il nulla. E via. Lo faccio da 30 anni. Senza presunzione, chi mi conosce dice che sono untesoro, che sono un angelo, che è stimolante e fonte di arricchimento avere a che fare con me. Salvo poi non reggere.
Mio dio, sembra che io sia un tipo travolgente. Non è così, io sono timida, anzi introversa. Tanti mi conoscono, davvero a pochi apro il mio cuore. Daphnae si attiva - si attiva anche al posto tuo, scioglie le tensioni e ti offre la soluzione. Daphnae non ti permette di mostrarmi i tuoi attributi, perchè se per ipotesi non ce li hai o non sono abbastanza, Daphnae non lo regge.
Che despota, niente male eh?
Controllo io, ci penso io, mi ti carico sulle spalle e ti faccio divenire una supernova per poi dire che sei eccezionale. Peccato che della eccezionalità non se ne veda l'ombra se non di quella parvenza indotta da me. No. Così non va bene. Oltremodo non sono nemmeno narcisista.
Quindi, per celebrare il mio compleanno, sto andando a regalare della frutta ad una persona che senza il mio intervento mi è sembrata eccezionale. Regalerò la frutta e dirò addio al mio meccanisno, o almeno ci proverò, e forse dovrò dire addio anche a questa persona.
Non posso non pensare a Nasos Vaghenàs:
"La morte ogni tanto dice: per fortuna siamo arrivati fin qui.
E tira fuoriun fazzoletto sporco e si asciuga.
Dalla tasca le cado una banconota.
La trovaun bambino e si compra i dolci.
La trova una ragazza e si compra un vestito.
La trova un pazzo e si compra il cielo.
La trova un saggio e la ridà alla morte."
Sono anni che ci sbatto il muso. E solo ora, dopo anni in cui istintivamente avrei agito da pazzo, lo stomaco mi porta ad agire da saggio, senza sapere ancora bene perchè.
In bocca al lupo Daph.